Passa ai contenuti principali

In primo piano

#TiPortoAlMuseo: Il Museo del Babbo Natale di Borghetto di Borbera

In Italia lo conosciamo come Babbo Natale . Nei paesi anglofoni è Santa Claus. Per i francesi invece è Pere Noel. In Germania è noto anche come Weihnachtsmann (l'uomo del Natale). La lista di nomi attribuiti è piuttosto lunga. Ma quale è la sua storia? Un museo in provincia di Alessandria la racconta esponendo oltre 650 esemplari di Babbi Natale di ogni tipo, provenienti di tutto il mondo.  MUSEO DEL BABBO NATALE, DETTAGLIO DELLA COLLEZIONE La sua origine storica è legata a doppio filo alla vita del vescovo di Myra, meglio noto per la tradizione cristiana come San Nicola . Vissuto nel IV secolo nei territori dell'attuale Turchia, diviene leggendario per azioni particolarmente compassionevoli. La leggenda lo vuole protagonista della salvezza dal mestiere di meretrici di tre giovani ragazze. Egli avrebbe abbandonato segretamente in casa delle fanciulle sufficienti quantità di denaro affinché il padre disponesse di una dote per darle in sposa. SAN NICOLA DI BARI , DIPINTO DI AMBIT...

#TiPortoAlMuseo: Il Museo-Cappella Sansevero di Napoli



Situato nel cuore del centro storico di Napoli, il Museo-Cappella Sansevero è un gioiello del patrimonio artistico internazionale. Tra capolavori come il celebre Cristo velato, la cui immagine ha fatto il giro del mondo per la prodigiosa tessitura del velo marmoreo, la Cappella Sansevero rappresenta uno dei più singolari monumenti che l'ingegno umano abbia mai concepito.

INTERNO DEL MUSEO CAPPELLA SANSEVERO

Le origini della Cappella Sansevero sono legate a un episodio leggendario. Narra, infatti, Cesare d'Engenio Caracciolo nella Napoli Sacra del 1623 che, intorno al 1590, un uomo innocente, trascinato in catene per essere condotto in carcere, passando dinanzi al giardino del palazzo dei di Sangro in piazza San Domenico Maggiore, vide crollare una parte del muro di cinta del giardino e apparire un'immagine della Madonna. Egli promise alla Vergine di donarle una lampada d'argento e un'iscrizione, qualora fosse stata riconosciuta la propria innocenza: scarcerato, l'uomo tenne fede al voto. L'immagine sacra divenne allora meta di pellegrinaggio, dispensando molte altre grazie.

Poco dopo, anche il duca Giovan Francesco di Sangro, gravemente ammalato, si rivolse a questa Madonna per ottenere la guarigione: miracolato, per gratitudine fece innalzare, lì dove era apparsa per la prima volta la venerabile effigie (oggi visibile in alto sull'altare maggiore), una piccola cappella denominata Santa Maria della Pietà o Pietatella. Fu però il figlio, Alessandro di Sangro che intraprese nei primi anni del '600 grandi lavori di trasformazione e ampliamento, modificando l'originario sacello in un vero e proprio tempio votivo destinato a ospitare le sepolture degli antenati e dei futuri membri della famiglia.

L'attuale assetto della Cappella e la quasi totalità delle opere in essa contenute sono frutto della volontà di Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero, che a partire dagli anni '40 del '700 riorganizzò la Cappella secondo criteri del tutto nuovi e personali. L'idea era quella di farne un tempio maestoso, degno della grandezza del casato, arricchendolo di opere di altissimo pregio pur senza alterare la primitiva struttura e cercando nel nuovo assetto l'idonea collocazione per i mausolei preesistenti. Fu così che vennero alla luce opere come la Gloria del Paradiso, la Pudicizia e le altre statue delle Virtù, il Cristo velato.

RAIMONDO DI SANGRO

La Cappella presenta un'unica navata a pianta longitudinale con quattro archi a tutto sesto per lato; il cornicione, costruito con un mastice di invenzione del di Sangro, corre lungo tutto il perimetro al di sopra degli archi. La volta a botte è interrotta da sei finestre strombate che illuminano l'intera Cappella; all'altezza dell'abside, poi, si può ammirare il gioco illusionistico di una finta cupoletta.

INTERNO DEL MUSEO CAPPELLA

L'aspetto attuale della Cappella Sansevero risponde a un progetto iconografico ben preciso, ideato dal principe Raimondo di Sangro e posto in essere dagli artisti che lavorarono sotto la sua supervisione. Dall'ingresso principale si accede all'unica navata, in fondo alla quale si apre l'abside con l'altare maggiore. Le due pareti laterali presentano quattro archi a tutto sesto, ciascuno dei quali accoglie un monumento sepolcrale (fatta eccezione per il terzo arco alla sinistra dell'ingresso principale, che sormonta l'accesso laterale, e per il terzo arco sulla destra, che immette nel passetto ove è la tomba di Raimondo di Sangro).

I mausolei ospitati nelle cappellette laterali sono intitolati agli avi illustri della famiglia di Sangro, mentre i gruppi scultorei addossati ai pilastri, che separano gli archi, sono dedicati alle donne passate e presenti del casato (salvo il Disinganno, eretto alla memoria di Antonio di Sangro, padre di Raimondo). Sono certamente queste ultime statue il fulcro dell'originale progetto iconografico del principe di Sansevero: esse rappresentano infatti diverse Virtù, tappe di un cammino iniziatico mirante alla conoscenza e al perfezionamento interiore. 

PUDICIZIA, ANTONIO CORRADINI, PARTICOLARE

SINCERITÀ, FRANCESCO QUEIROLO, PARTICOLARE

DISINGANNO, FRANCESCO QUEIROLO

Non meno importante nel contesto simbolico complessivo è poi il pavimento con il motivo a labirinto, ideato dal principe e realizzato da Francesco Celebrano: segno antichissimo, il labirinto rappresenta la difficoltà del percorso sapienziale. Oggi il pavimento labirintico non è più visibile perché in seguito a un grave crollo a fine '800 la Cappella è stata ripavimentata in cotto napoletano. 

FRAMMENTO DEL PAVIMENTO LABIRINTICO

RICOSTRUZIONE DELLA CAPPELLA CON IL PAVIMENTO LABIRINTICO

Posto al centro della navata della Cappella Sansevero, il Cristo velato è una delle opere più note e suggestive al mondo. Nelle intenzioni del committente, la statua doveva essere eseguita da Antonio Corradini. Tuttavia, Corradini morì nel 1752. Fu così che Raimondo di Sangro incaricò un giovane artista napoletano, Giuseppe Sanmartino, di realizzare una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua. Il Cristo velato è un'opera interamente in marmo, ricavata da un unico blocco di pietra; una perla dell'arte barocca che dobbiamo esclusivamente all'ispiratissimo scalpello di Sanmartino e alla fiducia accordatagli dal suo committente.

CRISTO VELATO, GIUSEPPE SANMARTINO

CRISTO VELATO, GIUSEPPE SANMARTINO

CRISTO VELATO, GIUSEPPE SANMARTINO, PARTICOLARE VOLTO

Nel 2017 i visitatori sono stati oltre 560.000, mentre nel 2018 sono incrementati notevolmente arrivando a oltre 665.000. Con i numeri del 2018, il Museo Cappella Sansevero si conferma ancora una volta il più visitato tra i musei e i complessi monumentali della città di Napoli.

Per Info e Prezzi: www.museosansevero.it
@progettopelago | #TiPortoAlMuseo | 32^ Tappa

Commenti

ARTICOLI PIÙ LETTI