Il PAC – Padiglione
d'Arte Contemporanea di Milano è
fra i primi esempi in Italia di architettura progettata per l'arte
contemporanea. La sua storia iniziò nel 1947 per volontà del Comune di Milano
negli spazi delle Ex-Scuderie di Villa Reale, con uno spazio espositivo
progettato da Ignazio Gardella. Dalla sua inaugurazione ha cambiato più volte assetto, anche a causa di eventi esterni, diventando non un vero e proprio museo, ma uno spazio per mostre di arte contemporanea.
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INTERNI DEL PAC / THE ABRAMOVIC METHOD, 2012 |
Disegnato da Ignazio
Gardella, con i suoi 1200 mq il Padiglione si
articola attorno a un volume centrale su tre livelli, il più basso dei quali dialoga,
attraverso la grande e luminosa vetrata, con lo splendido giardino della Villa
Reale (GAM). I limiti perimetrali sono quelli originari delle Ex-Scuderie della Villa Reale e creano
un'area trapezoidale suddivisa in tre livelli verticali, differenziati come
volumi luminosi.
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INTERNI DEL PAC |
La storia del PAC iniziò nel 1947 quando il Comune di Milano, in cerca di un nuovo spazio per le
collezioni delle Civiche Raccolte del XX secolo, individuò le Ex-Scuderie della
Villa Reale, distrutte dai bombardamenti del 1943. La Villa Reale era già sede
della Galleria d'Arte Moderna (GAM) dal 1921, ma gli spazi erano insufficienti
ad ospitare l'arte più recente e un museo per l'arte contemporanea in
potenziale crescita. Tra i vari progetti venne selezionato il progetto firmato
dall'architetto Ignazio Gardella.
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PROGETTO DI IGNAZIO GARDELLA |
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PROGETTO DI IGNAZIO GARDELLA |
Il Padiglione venne inaugurato nel 1954 come sede per le collezioni civiche del XX secolo. Quasi
subito però colse le esigenze di apertura verso l'estero che dopo la guerra
investirono il mondo della cultura e dell'arte. Alla destinazione museale degli
spazi si alternò così fin da subito l'attività espositiva temporanea.
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INGRESSO DEL PAC |
Dopo un lungo periodo di chiusura per restauri, nel 1979 il PAC riaprì abbandonando
definitivamente il ruolo museale a favore di mostre temporanee che indagavano
l'arte del XX secolo e le nuove sperimentazioni con l'obiettivo di acquisire
opere per completare le collezioni civiche.
Nel 1993 un attentato
di matrice mafiosa distrusse il PAC, in un momento storico di fondamentale
impegno dello Stato nella lotta alla mafia. Venne ricostruito da Ignazio Gardella nel 1996 secondo il progetto originario, con fondamentali migliorie
tecniche che lo avvicinarono agli spazi espositivi all'avanguardia.
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PAC DISTRUTTO DAGLI ATTENTATI, 1993 |
Nel 2003 il PAC
contribuì alla fondazione di AMACI – Associazione
dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, con l'obiettivo di condividere
esperienze ed energie per promuovere l'arte contemporanea in Italia insieme con
gli altri musei e spazi impegnati sul territorio nazionale.
Dalla sua apertura il PAC ha ospitato numerose mostre di arte contemporanea, tra le più significative si possono segnalare: CARTE VARIABILI (Man Ray, 1983-84), MORE THAN REALITY. 30 SCULTURE PIÙ VERE DEL VERO (Duane Hanson, 2002), ROBERT INDIANA A MILANO (Rober Indiana, 2008), VB65 (Vanessa Beecroft, 2009), THE ABRAMOVIC METHOD (Marina Abramovic, 2012), PIÙ NESSUNO DA NESSUNA PARTE (Cesare Viel, 2019).
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CARTE VARIABILI, MAN RAY, 1983-84 |
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MORE THAN REALITY. 30 SCULTURE PIÙ VERE DEL VERO, DUANE HANSON, 2002 |
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ROBERT INDIANA A MILANO, ROBERT INDIANA, 2008 |
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VB65, VANESSA BEECROFT, 2009 |
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THE ABRAMOVIC METHOD, MARINA ABRAMOVIC, 2012 |
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PIÙ NESSUNO DA NESSUNA PARTE, CESARE VIEL, 2019 |
@progettopelago | #TiPortoAlMuseo | 61^ Tappa
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