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Capodanno in rosso: 7 opere d'arte che raccontano il colore delle feste

  Il colore rosso , generalmente ritenuto il "colore delle feste" per eccellenza, nella storia dell'arte si presenta in differenti sfumature, assumendo significati ogni volta diversi, talvolta tra loro opposti. Rosse sono le pareti di Pompei ed Ercolano, rosse sono le vesti dei cardinali e dei martiri nei dipinti, ma rosse sono anche le locandine pubblicitarie del Campari disegnate da Depero o le combustioni di Burri, piuttosto che le tele di Fontana e Rothko.  LUCIO FONTANA, CONCETTO SPAZIALE, ATTESE 7 OPERE D'ARTE CHE RACCONTANO IL COLORE DELLE FESTE POMPEI: il rosso pompeiano Iniziamo il nostro viaggio con il cosiddetto "rosso pompeiano", un'elegante tonalità di rosso derivato dalla composizione di una serie di pigmenti naturali. In realtà probabilmente in origine si trattava di un giallo ocra,  trasformato dai gas del Vesuvio, che hanno trasformato la sua tinta cromatica. Questo processo chimico ha creato così un colore nuovo: un rosso caldo e intens...

#TiPortoAlMuseo: Il Cenacolo Vinciano



Il Cenacolo Vinciano di Milano è uno dei luoghi dell'arte più conosciuti e visitati al mondo. Il dipinto murale di Leonardo da Vinci rappresenta una delle migliori testimonianze dell'ingegno multiforme dell'artista. Dipinta tra il 1494 e il 1498 l'Ultima Cena è infatti il risultato di studi sulla luce, sul suono e sulle figure umane condotti dal genio toscano nel corso di anni. 

ULTIMA CENA, LEONARDO DA VINCI

Ludovico il Moro, aveva creato a Milano una corte molto attiva, frequentata da artisti, intellettuali e musicisti. Tra il 1478 e il 1482 arrivarono a Milano Donato Bramante e Leonardo da Vinci, giunto da Firenze. I due artisti, tra i più importanti del Rinascimento italiano, si incontrarono proprio qui, nel Convento di Santa Maria delle Grazie, per dare vita a uno dei complessi monumentali più straordinari della storia dell'arte italiana.

VISTA DALL'ALTO SU SANTA MARIA DELLE GRAZIE

Leonardo arrivò a Milano nel 1482, dopo essersi presentato al signore della città con una lunga lettera nella quale elencava le proprie abilità di pittore, musicista, ingegnere militare e architetto, e rimase alla corte di Ludovico fino al 1499. Fu impiegato come artista, inventore di sorprendenti spettacoli e scenografie ma anche come ingegnere e scultore.

LETTERA DI LEONARDO DA VINCI A LUDOVICO IL MORO

Alla fine del secolo Ludovico Sforza volle fare di Santa Maria delle Grazie un luogo di celebrazione del proprio potere e il mausoleo di famiglia. Per questo il duca finanziò importanti commissioni nel complesso, come la ristrutturazione della tribuna della chiesa, che affidò a Donato Bramante. La decorazione del refettorio del convento fu invece affidata a Leonardo da Vinci, al quale Ludovico richiese una rappresentazione dell'Ultima Cena di Cristo tra i dodici apostoli.

CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE

TIBURIO DELLA CHIESA

L'Ultima Cena, nota anche con il nome di Cenacolo, dipinta fra il 1494 e il 1498, è considerato il dipinto murale forse più importante al mondo. Il Cenacolo è la testimonianza più completa del suo ingegno multiforme, del suo desiderio di sperimentare, della sua inesauribile curiosità. 

La scena è ambientata all'interno di uno spazio architettonico e prospettico, con sullo sfondo un paesaggio. Il soffitto è decorato con un cassettone a lacunari. Sulle pareti invece sono appesi alcuni arazzi. Sulla parete di fondo vi sono tre finestre. Sul tavolo sono presenti pietanze e stoviglie curate nei minimi dettagli. La grande tavola dietro la quale sono seduti gli apostoli e Cristo occupa tutta la porzione orizzontale. 
Gesù si trova al centro da solo. Le sue braccia sono posate sul tavolo e il viso è reclinato. Gli occhi sono semiaperti e le labbra appena scostate.
Gli apostoli sono disposti a gruppi di tre: (da sinistra) Bartolomeo, Giacomo, Andrea / Pietro, Giuda, Giovanni / Tommaso, Giacomo Maggiore, Filippo / Matteo, Giuda Taddeo, Simone. 

ULTIMA CENA, LEONARDO DA VINCI

Leonardo dipinse l’Ultima Cena con una tecnica "a secco" con pigmenti stesi su uno strato preparatorio di colore bianco, utilizzato per livellare e lisciare la parete e non direttamente sull'intonaco bagnato. I colori, quindi, non sono assorbiti dall'intonaco, ma la pittura è sovrapposta al muro, ciò la rende molto più vulnerabile e fragile rispetto all'affresco. 

Questa scelta tecnica e le condizioni ambientali non ottimali hanno provocato cadute di colore fin dagli anni immediatamente successivi alla realizzazione del dipinto, comportando anche un gran numero di interventi di restauro che nel corso dei secoli hanno finito per deformarne l'aspetto ed aggravarne ancora di più lo stato di conservazione.

Numerosi sono stati gli interventi che hanno danneggiato il dipinto nel corso degli anni. Tra i più devastanti quello del 1943, quando Milano fu bombardata durante la seconda guerra mondiale. L'ultimo intervento a opera di Pinin Brambilla Barcilon, durato oltre vent'anni, dal 1977 al 1999, ha affrontato per la prima volta il lavoro di recupero delle parti leonardesche coperte dalle antiche integrazioni e ha restituito alla fruizione del pubblico un'opera il più possibile vicina al suo aspetto originario.

FOTOGRAFIA DEL CENACOLO DEI PRIMI DEL NOVECENTO

PININ BRAMBILLA BARCIOLIN DAVANTI AL CENACOLO

Sulla parete sud del refettorio è invece dipinta la Crocifissione di Giovanni Donato Montorfano. La Crocifissione, dipinta con la tecnica dell'affresco, a differenza dell'Ultima Cena, ci è giunta in buone condizioni di conservazione. La scena occupa l'intera parete e si svolge all'interno di una semplice cornice architettonica. La rappresentazione apre lo spazio del refettorio sulla visione del Calvario, dove le tre croci scandiscono lo spazio in tre parti. La composizione è gremita di figure che si dispongono, senza scalarsi in profondità, su un paesaggio di rocce scheggiate. Sul fondo, una città popolata di edifici anticheggianti allude a Gerusalemme. 

CROCIFISSIONE, GIOVANNI DONATO MONTORFANO

Il Museo del Cenacolo Vinciano è il quindicesimo museo più visitato d'Italia, grazie agli oltre 445mila visitatori nel 2019. Come la Certosa di Pavia, il Castello Scaligero di Sirmione e altri siti appartiene al Polo Museale della Lombardia

Per Info e Prezzi: cenacolovinciano.org
@progettopelago | #TiPortoAlMuseo | 68^ Tappa

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