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#TiPortoAlMuseo: Tresigallo, la Città Metafisica

A metà strada tra Ferrara e le Valli di Comacchio, immersa nel verde della pianura ferrarese, prende forma Tresigallo , una città utopica e ideale. Palazzi di mille colori, torrette, portici di marmo, cilindri, coni, parallelepipedi e archi che si perdono all'orizzonte. Il silenzio che avvolge il paesaggio, interrotto dal cadenzato fluire dell'acqua della fontana, proietta in una dimensione metafisica, sospesa tra geometria e sogno, come in un quadro di De Chirico.  © Irene Flaborea Ad affascinare è la policromia delle architetture razionaliste : uno sprigionarsi di colori, caldi e freddi. Questo alternarsi di diversi colori ci proietta in una dimensione altra, in un altrove in stridente contrasto con i centri che di solito si incontrano percorrendo la provincia ferrarese e la Pianura Padana. Tresigallo diventa così un gioco di simmetrie particolari, di spazi sovrapposti, di armonie studiate: è il risultato del lavoro di anonimi muratori, intonacatori, falegnami, vetrai, marmi

#TiPortoAlMuseo: Il Palazzo Te di Mantova



Il Palazzo Te di Mantova è un capolavoro dell'architettura rinascimentale italiana. Costruito tra il 1524 e il 1534 su commissione di Federico II Gonzaga, è l'opera più celebre di Giulio Romano, allievo prediletto di Raffaello. Concepito come un progetto unitario che fondesse architettura e pittura, il complesso è oggi sede del Museo Civico e del Centro Internazionale d'Arte e di Cultura, che organizza mostre d'arte antica e moderna e di architettura. 

PALAZZO TE / SALA DEI GIGANTI

Verso la metà del XV secolo Mantova era divisa dal canale Rio in due grandi isole circondate dai laghi; una terza piccola isola, chiamata sin dal Medioevo Tejeto e abbreviata in Te, venne scelta per l'edificazione del Palazzo. Due sono le ipotesi più attendibili sul significato del termine “teieto” o “tejeto”: esso potrebbe derivare da “tiglieto” (bosco di tigli), oppure essere collegato a “tegia”, dal latino “attegia”, che significa capanna. 

PALAZZO TE VISTO DALL'ALTO

Il Palazzo è un edificio a pianta quadrata con al centro un grande cortile quadrato anch'esso, con quattro entrate sui quattro lati. Il Palazzo ha proporzioni insolite: si presenta come un largo e basso blocco, a un piano solo, la cui altezza è circa un quarto della larghezza. Nel complesso risulta simmetrico secondo un asse longitudinale. Le facciate esterne sono su due livelli, uniti da paraste lisce doriche di ordine gigante. Gli intercolumni variano secondo un ritmo complesso. Tutta la superficie esterna è trattata a bugnato più marcato al primo registro. 

Una particolarità interessante sono i timpani spezzati e parte della trabeazione scivolata in basso, realizzati appositamente da Giulio Romano per dare l'idea di una scossa al Palazzo generata dalle vicende raffigurate nell'adiacente Sala dei Giganti. 

INGRESSO

PALAZZO VISTO DALL'ESTERNO

CORTILE INTERNO

TIMPANI SPEZZATI E PARTE DELLA TRABEAZIONE SCIVOLATA IN BASSO

INGRESSO DAL GIARDINO CON LE PESCHIERE

Sul lato principale dell'asse (a nord-ovest) l'apertura di ingresso è un vestibolo quadrato. L'entrata principale (a sud-est) verso la città e il giardino è una loggia, la cosiddetta Loggia di Davide, che si affaccia alle pescherie. La volta è divisa in grandi riquadri con cornici di canne palustri nei quali è rappresentata la storia biblica di Davide. 

LOGGIA DI DAVIDE

Ma il Palazzo è principalmente conosciuto per gli affreschi delle sue sale interne, opera di Giulio Romano, allievo prediletto di Raffaello Sanzio. Tra le sale più significative: la Sala dei Cavalli, con i ritratti in grandezza naturale dei sei destrieri preferiti dei Gonzaga era la sala destinata al ballo. 

SALA DEI CAVALLI

SALA DEI CAVALLI, AFFRESCHI

La Sala di Amore e Psiche era invece la sala da pranzo del duca. Interamente affrescata, ogni parete raffigura la mitologica storia di Psiche, come simbolo dell'amore del duca per Isabella Boschetti. La fonte letteraria sono le Metamorfosi di Apuleio. Alle altre due pareti, senza relazioni con la vicenda, sono presenti invece episodi mitologici con Marte e Venere e, sopra le finestre e il camino, vari amori divini. Splendidi sono anche gli affreschi compresi nel soffitto a lacunari. 

SALA DI AMORE E PSICHE

SALA DI AMORE E PSICHE, SOFFITTO A LACUNARI

Ma il vero capolavoro del Palazzo è la Sala dei Giganti, con l'affresco della Caduta dei Giganti, dipinto fra il 1532 e il 1535 da Giulio Romano ricoprendo la sala dalle pareti al soffitto con l'illusionistica rappresentazione della battaglia tra i Giganti che tentano di salire all'Olimpo e Zeus. 

SALA DEI GIGANTI, AFFRESCO

SALA DEI GIGANTI, AFFRESCHI

Nell'angolo est del giardino, vicino all'esedra che conclude lo spazio della villa, sorge invece l'Appartamento della Grotta, edificato verso il 1530 su volere di Federico II per avere un luogo intimo e riservato. L'appartamento è composto da poche stanze di dimensioni modeste, con una loggia che si apre in un piccolo giardino e mostra ciò che rimane di un ambiente allora decorato ed affrescato. Dal giardino si accede infine alla Grotta, stanzetta utilizzata come bagno, dalla realizzazione davvero insolita.

GIARDINO CON ESEDRA

APPARTAMENTO DELLA GROTTA

SOFFITTO DELLA GROTTA

Palazzo Te è uno dei siti museali più visitati di Mantova (insieme al vicino Palazzo Ducale) e della Lombardia. Oltre a essere un gioiello dell'architettura rinascimentale, al suo interno ospita diverse collezioni (Egizia, Mesopotamica, Gonzaghesca, Mondadori) e mostre temporanee, ma anche eventi culturali di vario genere. 

@progettopelago | #TiPortoAlMuseo | 97^ Tappa

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