Palazzo Grimani è stata la dimora di una delle più importanti famiglie del patriziato veneziano fino alla metà del XIX secolo. Venne acquistato a fine Quattrocento da Antonio Grimani, protagonista della vita politica e militare della Repubblica di Venezia, eletto doge nel 1521. Esso esprime la fusione di diverse culture artistiche, riscontrabile nelle decorazioni pittoriche dello scalone e delle sale al primo piano, dove lavorarono Federico Zuccari, Francesco Salviati, Giovanni da Udine, Lambert Sustris e Camillo Mantovano. Oggi ospita al suo interno il Museo di Palazzo Grimani, con una collezione di statuaria classica alla quale sono accompagnate delle mostre di arte contemporanea.
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INTERNO DEL PALAZZO, TRIBUNA GRIMANI |
In origine dimora di Antonio Grimani (doge dal 1521 al 1523), l'edificio attuale costituisce il risultato di interventi architettonici effettuati tra il 1532 e il 1569 su commissione degli eredi. L'architettura complessiva fonde elementi della tradizione veneziana e di quella tosco-romana. La fusione tra diverse culture artistiche si riscontra anche nelle meravigliose decorazioni pittoriche dello scalone e delle sale al primo piano, dove lavorarono pittori come Federico Zuccari, Francesco Salviati, Giovanni da Udine, Lambert Sustris e Camillo Mantovano.
Nel 1981 il palazzo è stato acquistato dallo stato italiano. Un lungo restauro ha permesso di ricostituire per quanto possibile lo stato originario dell'edificio e di riportare alla luce la bellezza delle sue decorazioni. Il Museo di Palazzo Grimani è stato quindi aperto al pubblico nel dicembre del 2008.
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INGRESSO DEL MUSEO |
Tra i principali ambienti del Palazzo vi è il cortile, risultato di un'imponente ristrutturazione conclusasi negli anni Sessanta del Cinquecento. Le logge che si realizzarono furono adornate di statue classiche analogamente alle sale del piano nobile.
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CORTILE INTERNO |
Splendido è anche lo scalone monumentale con la volta a botte decorata da Federico Zuccari con affreschi allegorici che rimandano alle virtù del suo committente, completati da grottesche e rilievi a stucco con creature mitologiche.
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VOLTA A BOTTE DELLO SCALONE MONUMENTALE |
Tra le sale più importanti vi è la sala del camino, appartenente al nucleo più antico dell'edificio, rinnovata negli anni Sessanta del Cinquecento. Essa è dominata dallo splendido camino sormontato da marmi colorati e da ampie decorazioni in stucco, con volti ritratti di profilo, ghirlande di fiori e frutti e uno stupefacente mostro con la bocca spalancata, visibile al centro.
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SALA DEL CAMINO |
Seguono i camerini di Apollo, Callisto e Psiche, decorati tra il 1537 e il 1540 da artisti di formazione rinascimentale e manierista. Sulla volta a botte, in uno schema derivato dal soffitto di una tomba romana, si svolge la Disputa tra Apollo e Marsia narrata nelle Metamorfosi di Ovidio. I quattro episodi sono opera del fiorentino Francesco Salviati. A Giovanni da Udine, amico e collaboratore di Raffaello nella sua bottega romana, si devono gli stucchi, le figurette di divinità classiche, le grottesche e gli straordinari uccellini, nella rappresentazione dei quali era nota la sua maestria. Nella lunetta sulla parete di fondo una figurazione allegorica di ambientazione romana allude alle origini e ai fasti della famiglia Grimani.
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CAMERINO DI APOLLO |
Un luogo raccolto e intimo è invece la cappella, utilizzata dal patriarca Giovanni Grimani per la celebrazione privata della messa. Una pala cinquecentesca con una Deposizione attribuita a Giovanni Contarini, allievo di Tiziano, è stata collocata in luogo dell'altare marmoreo, rimosso nel XIX secolo.
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CAPPELLA |
Il grande salone passante è invece denominato portego, secondo la tradizione della casa fondaco veneziana. È infatti l'ambiente che più di tutti ricorda il passato medievale dell'edificio. Qui erano ospitati, in grandi cornici a stucco, i ritratti dei membri illustri della famiglia e si svolgevano feste, banchetti e rappresentazioni di teatro musicale, arte nella quale i Grimani furono importanti mecenati.
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SALONE (DETTO PORTEGO) |
Ma il luogo più importante e significativo della casa, vero fulcro e meta ultima dell'itinerario lungo le sale che la precedono è la Tribuna Grimani. Tale ambiente, già noto come Antiquarium, in origine custodiva più di centotrenta sculture antiche, fra le più pregiate della raccolta. Sormontato da un lucernario con lanterna che assicurava una costante illuminazione naturale, venne rivestito da marmi a creare un numero eccezionale di spazi e supporti nei quali inserire i marmi antichi, seguendo un percorso ascensionale che conduce al Ratto di Ganimede al centro del soffitto.
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TRIBUNA GRIMANI |
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TRIBUNA GRIMANI, SOFFITTO |
Palazzo Grimani rappresenta dunque un unicum nel contesto veneziano, paragonabile per importanza culturale, pur distinguendo tra commissioni privata e pubblica, alle opere di Jacopo Sansovino per l'area di Piazza San Marco.
@progettopelago | #TiPortoAlMuseo | 147^ Tappa
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