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#TiPortoAlMuseo: Il Museo del Babbo Natale di Borghetto di Borbera



In Italia lo conosciamo come Babbo Natale. Nei paesi anglofoni è Santa Claus. Per i francesi invece è Pere Noel. In Germania è noto anche come Weihnachtsmann (l'uomo del Natale). La lista di nomi attribuiti è piuttosto lunga. Ma quale è la sua storia? Un museo in provincia di Alessandria la racconta esponendo oltre 650 esemplari di Babbi Natale di ogni tipo, provenienti di tutto il mondo. 

MUSEO DEL BABBO NATALE, DETTAGLIO DELLA COLLEZIONE

La sua origine storica è legata a doppio filo alla vita del vescovo di Myra, meglio noto per la tradizione cristiana come San Nicola. Vissuto nel IV secolo nei territori dell'attuale Turchia, diviene leggendario per azioni particolarmente compassionevoli. La leggenda lo vuole protagonista della salvezza dal mestiere di meretrici di tre giovani ragazze. Egli avrebbe abbandonato segretamente in casa delle fanciulle sufficienti quantità di denaro affinché il padre disponesse di una dote per darle in sposa.

SAN NICOLA DI BARI, DIPINTO DI AMBITO BOLOGNESE

Nonostante il culto, che mescola il sentire religioso al folclore popolare, non è l'unica figura pittoresca associata al Natale. Ad esempio in Belgio è altrettanto noto San Martino di Tours, mentre per la tradizione ortodossa è San Basilio a farla da padrona e portare doni ai bambini, sebbene sia celebrato per Capodanno. Il culto del dio Odino, divinità delle religioni politeistiche Nord Europee del IV secolo, dà vita prima in Danimarca, poi in Svezia, Norvegia e Germania, a credenze parallele. Si narra che Wodan, nome originale del dio Odino, fosse particolarmente avvezzo in inverno a lasciare carote, zucchero e paglia nascosti negli stivali dei bambini vicino ai caminetti accesi. Odino l'errante, in sella al suo cavallo, prometteva di sostituire quelle preziose offerte alimentari con regali e dolciumi.

ODINO, ILLUSTRAZIONE ALL'INTERNO DI UN ANTICO MANOSCRITTO

Le migrazioni consentono alla leggenda di arricchirsi e attraversare l'oceano, raggiungendo le colonie olandesi dell'attuale New York. Nel XVII secolo, quegli stivaletti dei bambini olandesi divengono le calze appese ai camini americani. Anni più tardi, l'usanza attraverserà nuovamente l'oceano a ritroso per diffondersi anche nel Belpaese, stavolta appropriandosi della festa dell'Epifania con l'arrivo della Befana. Il verde per l'abito e l'aspetto paffuto caratterizzano Babbo Natale nel XVII secolo. Ornato di pelliccia bianca, è sempre più protagonista di poesie e racconti, come il Cantico di Natale di Charles Dickens ove è presentato come lo spirito del Natale presente. La lenta metamorfosi di Santa Claus prosegue sul finire del XIX secolo: nonostante permangano i riferimenti storici al vescovo di Myra, nuove rappresentazioni popolari ne ridefiniscono tratti e cromie (il mantello si tinge di rosso).

CHARLES DICKENS, CANTICO DI NATALE

Inizia anche a fargli compagnia un personaggio tradizionale della narrazione scandinava, la renna sacra a Isa o Disa, la dea Grande Madre degli scandinavi. Il ruolo dell'animale, che per certi popoli è connesso alla guida delle anime dopo l'esistenza terrena, muterà a tal punto da diventare il mezzo di locomozione prediletto di Babbo Natale per raggiungere in una sola notte ogni angolo del Pianeta.

BABBO NATALE E LA RENNA

In epoca contemporanea, l'industria si appropria spesso della figura di Babbo Natale, nonostante sia da sfatare il mito che correla la colorazione rossa del suo costume alle scelte dei produttori di una nota bevanda. 
Il XX secolo contribuirà piuttosto ad accrescere il mito secolare e la cultura pop contestuale a Babbo Natale. Romanzi, canzoni, cartoni animati, film e fumetti ne svelano molti dettagli privati: abiterebbe al Polo Nord, è capace di osservare tutti i bambini in qualunque momento, è finanche tecnologico e nonostante sia pluricentenario, è ancora ghiotto di latte e biscotti. Ogni tanto dissemina pezzi di carbone nelle calze dei bambini meno buoni.

SEDE DEL MUSEO

Il
Museo del Babbo Natale, aperto al pubblico dal 2017, è stato creato grazie alla passione, e alla dedizione, dell'Ingegnere Walter Maria Cecchini che in trent'anni ha raccolto i numerosi pezzi (oltre seicento) che compongono l'intera collezione. Una collezione nata quarant'anni da una coppia di esemplari che aveva comprato per le sue due figlie gemelle, e che si è ampliata di anno in anno con acquisti e regali fatti dagli amici. Fanno parte della raccolta esemplari di Babbo Natale di ogni tipo e provenienti da diverse parti del mondo, dagli Stati Uniti alla Thailandia.

WALTER MARIA CECCHINI

Il museo è visitabile solo su prenotazione attraverso delle visite guidate gratuite che permettono di immergersi nella magia di Santa Claus, tra storie e curiosità. 



Per Info e Prezzi: www.ilmuseodelbabbonatale.com
@progettopelago | #TiPortoAlMuseo | 295^ Tappa

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